Sono le 7:00.
La sveglia si sintonizza su una stazione radio che non conosco.
Neanche oggi ho il tempo per scoprirlo, perché la spengo prima che il volume si alzi fino a svegliare tutti.
Mi rado allo specchio con un Mach 3, un modello di rasoio che agli inizi degli anni ’90 entrò in casa come regalo di Gillette, e che da allora non smette di farmi compagnia ogni mattina.
🕢 Raggiungo la cucina dove preparo la macchina del caffè. Un bip dal telefono segnala che sono le 7:30: mi ricorda che tra un’ora ho un appuntamento a Prato, ma ancora non è tempo di uscire.
Prima di scostare le tende per guardare il cielo, consulto un’app che mi dice come sarà il tempo oggi.
Metto le scarpe leggere: ci sto comodissimo e non pioverà.
🕗 Sono le 8:00, un nuovo bip mi segnala che entro 5 minuti dovrei uscire per raggiungere il luogo del mio appuntamento: il traffico oggi è più sostenuto del solito e sarebbe meglio evitare l’autostrada.
Metto le chiavi in tasca, prendo la borsa e scendo in strada.
Salgo in auto, premo il freno e si accende da sola.
Inserisco la retromarcia e lo specchietto destro si inclina gentilmente per inquadrare il marciapiede. Non sempre questo mi evita di graffiare i cerchi delle ruote, ma non è che la tecnologia possa cambiare il mio stile di guida…
Attivo con i comandi vocali il navigatore del telefono e mi lascio dirigere verso la mia destinazione, seguendo le istruzioni che mi arrivano via bluetooth all’auricolare. Da qualche tempo ho smesso di guardare il display: le indicazioni richiamano anche i cartelli stradali.
Sogno il giorno in cui non dovrò neanche guidare, e il navigatore già oggi sincronizzato con i miei impegni dirà dove andare all’auto, anziché a me, ma nell’attesa imposto il cruise control per regolare la velocità entro i limiti.
🕣 Ore 8:50. Sono dal cliente con qualche minuto di anticipo.
Leggo le mail sul telefonino e detto alcuni messaggi su whatsapp: ormai la punteggiatura è più precisa di quanto farei io.
Suono il campanello, entro e mi annuncio in segreteria, dove ancora qualcuno accoglie i visitatori in azienda.
Il mio referente mi viene a prendere, insieme lavoriamo sulla struttura di un’indagine che consultiamo via web, connessi con l’hotspot del telefonino. Il mio pc è rimasto nella borsa.
Concordiamo i prossimi passi e li registro su Asana.
🕕 Ore 12:30 sono fuori.
Un occhio ai locali della zona mi suggerisce una trattoria che ha 4.6 dalle Local Guides.
Decido di fidarmi: perfetto per una sosta veloce.
Caffè, salgo in auto e, senza staccare le mani dal volante, chiamo l’azienda con cui ho appuntamento per domani. Non ho il numero in agenda.
Non sono passate neanche 8 ore da quando ho messo i piedi giù dal letto, e sono almeno 15 le soluzioni che, rispetto a 5 anni fa, hanno in qualche modo migliorato la possibilità di fare bene il mio lavoro, ridotto la possibilità che si verifichi un evento sgradito oppure realizzato quello che era un vero e proprio sogno.
Se pensi di aver capito quali sono, controlla qui, ne ho elencate 13: sai dirmene almeno altre due?
Se mi fermo a pensare, sono davvero tanti i mestieri che sono del tutto scomparsi, ma altrettante le attività che hanno cambiato il nostro modo di vivere.
Anche se continuo a preferire il treno a qualsiasi altro mezzo di trasporto, andare alla stazione per comprare il biglietto è qualcosa che non faccio da almeno tre anni.
Come andare alle Poste per pagare una bolletta, consultare un giornale per sapere dove proiettano un film o chiedere a qualcuno di farmi il pieno alla macchina.
Siamo circondati di soluzioni di valore a piccoli e grandi problemi ed esigenze che, adesso, trovano soluzione grazie ad aziende che hanno saputo trasformare delle idee in qualcosa di irrinunciabile.
Imparare a leggere le strade del successo (il risultato dell’adozione del tuo prodotto o servizio da parte dei tuoi clienti) è il primo passo per allenarsi a pizzicare le corde del cambiamento.