Quando domando qual è la proposta di valore su cui si basa il modello di business di Uber, quasi tutti rispondono che si tratta di una soluzione di trasporto più economica rispetto al taxi.
Dimenticando così che il vero disagio che ognuno di noi prova salendo su un taxi è il fatto di entrare in una zona ignota, dove un sistema tariffario ai più incomprensibile determinerà un costo che scopriremo solo al nostro arrivo.
Quello che ognuno invece ricorda molto bene è la difficoltà di comunicare al tassista prima, o alla compagnia poi, un comportamento che riteniamo scorretto: radio a tutto volume, fumo di sigaretta o altro.
Se Uber, dove gli è stato concesso, ha avuto successo NON E’ PERCHE’ COSTA MENO, anche perché non è sempre vero.
I motivi per cui in molti preferiscono la piattaforma nata a San Francisco sono legati piuttosto al sistema di relazioni, dato che con Uber:
1. Non si deve chiamare un centralino per prenotare, rischiando di attendere in linea la risposta di un centralinista
2. Il costo della corsa è comunicato PRIMA
3. Il pagamento non avviene in auto, visto che la carta è registrata
4. Se qualcosa non va, il rating della corsa consente (e quasi obbliga) a comunicarlo alla compagnia, che così potrà decidere se l’autista merita di continuare a lavorare con Uber
Anche se prendere un pugno in faccia non è contemplato da nessun tassametro,
Assicurare che le relazioni tra chi genera valore e chi ne dovrebbe beneficiare siano le più fluide e trasparenti possibile è un requisito fondamentale per avere successo in un mondo dove la comparazione è immediata, semplice e inevitabile.