Chi è il consulente aziendale, istruzioni per l’uso

Dare consigli è qualcosa su cui è bene non pensare di aver già capito tutto.

Quando, nel 1997, ho iniziato a farlo professionalmente come consulente aziendale, avevo un’idea del mestiere del consulente che era il frutto di ciò che sapevo del mondo delle imprese, per il riflesso di studi fatti e (poca) esperienza diretta.

Un insieme di soggetti, nella mia mente, cui elargire conoscenze che non potevano che essere, al tempo, del tutto teoriche anche se basate su studi recenti e aggiornati.

Ciò che potevo dare era quindi niente di più e niente di meno di un

1. Consiglio tecnico: Indicazioni su come affrontare una situazione complessa o poco familiare

Col tempo e l’esperienza, anche se non capita sempre e per tutti, le persone (e i consulenti) abbandonano la comfort area delle proprie competenze e si rendono disponibili a fornire le proprie opinioni in merito ad esigenze specifiche.

Ciò significa riuscire a fare sintesi delle proprie competenze per assicurare la propria visione del problema che ci viene sottoposto, al quale forniamo una personale soluzione che è comunque basata su un approccio scientifico.

2. Siamo qui di fronte a un Consiglio discrezionale:

Ci si aspetta da me una raccomandazione pro o contro una determinata opinione.

E’ però solo dopo anni di esperienza e con l’acquisizione di una certa confidenza in sé che si arriva, come consulenti ma inevitabilmente come persone, a fornire un aiuto ai clienti in quella che è la sfera della loro consapevolezza ed autonomia operativa.

Quando lavoriamo con la Direzione aziendale o i manager di primo livello, il tipo di consulenza che applichiamo è

3. Il Coaching: Supporto allo sviluppo personale e professionale.

All’opposto del consiglio tecnico, quando è richiesta la funzione di coach occorre favorire l’autonomia operativa e, soprattutto, decisionale delle persone che si rivolgono a noi.

Siamo chiamati a dimenticare il nostro bagaglio di competenze, per dedicarci esclusivamente alla rimozione degli ostacoli che si frappongono tra la persona (o le persone) che ci ha richiesto il supporto e il ruolo che lo attende in azienda, o che lui si è prefissato di rivestire. Un approccio indubbiamente pragmatico, ma che non consente salti di ruolo.

Ultima, e tra le più particolari e interessanti tra le modalità di fare consulenza oggi, è quella del

4. Mentoring: Supporto allo sviluppo della carriera e del ruolo professionale dell’individuo

Qualcosa che si può fare con degli interventi di tipo continuativo, ad intervalli anche lunghi, e che si basa su un rapporto fiduciario, quasi sempre del tipo one to one.

Ogni giorno, nelle circostanze le più disparate, possiamo essere chiamati a dare e ricevere consigli.

Assodato che non esistono dei tuttologi, persone capaci di avere risposte per tutti i problemi, e che quindi è fondamentale scegliere un consulente in grado di affrontare la tematica sulla base di esperienze specifiche e dimostrabili, quello è fondamentale scegliere il metodo più adatto in relazione alla fase in cui l’azienda si trova.

Il Ciclo di Greiner rappresenta molto bene un possibile percorso evolutivo, dove diverse tipologie di consulenza sono richieste dalle imprese.

consulenza aziendale

Dal 2004 la Brogi & Pittalis ha erogato consulenza in ognuna delle 4 forme qui descritte, scegliendo insieme ai suoi clienti qual è il modello più adatto alle circostanze ed ai destinatari dell’azione.

E’ anche così che le aziende diventano delle belle imprese.

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